Monte Sannace

Parco Archeologico di MONTE SANNACE


Scavo archeologico della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici 

Direttore dello scavo archeologico della Scuola di Specializzazione: prof.ssa Paola Palmentola 
Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici: prof.ssa Donatella Nuzzo 
Direttore del Parco Archeologico: dott. Fabio Galeandro (Polo Museale della Puglia).

Le campagne di scavo hanno avuto inizio nel 1994 (anno di istituzione della Scuola di Specializzazione) e proseguono a tutt’oggi.

Il sito e gli scavi dell’Università di Bari 

Monte Sannace (km 4,5 strada provinciale Gioia-Turi; 365 m s.l.m.) è uno fra i più importanti siti indigeni della Peucezia preromana. I resti rinvenuti all’interno dell’insediamento sono complessivamente riferibili ad un arco cronologico molto ampio che a partire dall’età del Ferro (IX secolo a.C.) giungono fino all’età romana primo-imperiale. La massima floridezza del sito è però circoscrivibile ai secoli VI–III a.C. e in particolare alla fase ellenistica.
Monte Sannace nella seconda metà del IV secolo a.C. si circonda di mura difensive che disegnano la suddivisione del centro in acropoli e abitato posto nella pianura ad occidente. Il primo circuito murario cinge l’acropoli, il secondo – legandosi al primo – cinge i quartieri abitativi occidentali e determina una posizione eccentrica dell’acropoli. Oltre queste mura si conserva traccia di altri due circuiti più recenti solo di qualche decennio, di cui l’ultimo dovette cingere per intero l’insediamento, includendo anche le mura più antiche. Visitando il Parco Archeologico è possibile vedere un lungo tratto delle fortificazioni ben conservato (con un’altezza superiore ai tre metri) e anche una porta di accesso alla città antica. 

Monte Sannace – parte del circuito difensivo (fine IV sec. a.C.)


Monte Sannace – porta di accesso alla città antica

Le lunghe indagini, avviate già alla metà del Novecento, hanno restituito resti di capanne e ricche e inusuali attestazioni della vita del villaggio peucezio durante l’età del Ferro e fino al VI secolo a.C.; ma i resti più numerosi e ben conservati sono quelli di edifici (case, botteghe, ambienti produttivi) con struttura di pietre e mattoni di argilla e copertura solida in tegole, con destinazione sia pubblica che privata, relativi al IV-III secolo a.C.
Nella parte pianeggiante del sito è visitabile una grande area abitativa, vicina al circuito murario, organizzata in 5
insulae grazie all’incrociarsi di più strade. 

Monte Sannace – pianta dei quartieri della pianura

Proprio in quest’area si sono concentrate le indagini della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università di Bari Aldo Moro nell’ultimo ventennio. Sono state scoperte ampie parti delle insulae II e III in parte già note e una ampia porzione di una nuova insula definita V. 


Monte Sannace – vista su una porzione dei quartieri abitativi

Gli ambienti indagati si configurano come vani a destinazione domestica, case/bottega e, in alcuni casi, come sede di impianti artigianali e produttivi. 

Monte Sannace – pressorium in pietra per olio

Insieme alla documentazione della vita del popolo che abitava l’altura di Monte Sannace, si rinvengono numerosi documenti di resti funerari. Era infatti costume diffuso fra gli Iapigi quello di deporre i propri defunti non lontano dalle zone dedicate alle abitazioni.


Monte Sannace – insula III. Tomba a sarcofago con corredo (V sec. a.C.)

Partecipanti

Partecipano alle campagne di scavo gli studenti iscritti alla Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici e gli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Archeologia. Le attività di scavo, pertanto, oltre a perseguire la finalità della ricerca scientifica, hanno una costante connotazione didattica. Particolarità dell’esperienza a Monte Sannace è nel fatto che gli
studenti del corso di laurea magistrale in Archeologia hanno la possibilità di lavorare fianco a fianco con gli specializzandi della nostra Scuola, già in possesso di maggiori competenze tecniche e spesso anche di esperienze lavorative nel territorio regionale ed extraregionale. Le attività di scavo si svolgono dalle ore 8 alle ore 16 per sei settimane all’anno, nei mesi di settembre e ottobre.


pubblicato il 07/01/2019 ultima modifica 27/11/2023

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