Sul posto di lavoro l'etnia può fare la differenza

I dati 2018 dell’UNAR, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, mettono in luce che il maggior numero di discriminazioni etnico-razziali si concentra nell’accesso al lavoro.

Se Hamed è qualificato per svolgere un lavoro, ma non viene assunto perché musulmano, la discriminazione è evidente. Ma ci sono forme più sottili di discriminazione.

All’interno del mercato del lavoro italiano ad esempio, si riscontra l’etnicizzazione di alcune mansioni (i latinoamericani operano più spesso di altre etnie come corriere espresso, i rumeni come muratori, le collaboratrici domestiche arrivano dall’est Europa...) o l’utilizzo di lavoratori migranti per mansioni che richiedono un basso livello di specializzazione, senza verificare ad esempio se siano o meno in possesso di eventuali titoli professionali o qualifiche educative.

Riuscire a superare schemi discriminanti dipende anche da singole azioni di Diversity Management volte a favorire l’inclusione lavorativa dei migranti.

pubblicato il 04/10/2021 ultima modifica 09/05/2022

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